Pseudonimo di
Giulio Tavernari.
Scrittore e poeta italiano. Frequentatore del gruppo letterario cui facevano
parte C. Pavese e L. Ginzburg, antifascista, venne fatto prigioniero durante la
seconda guerra mondiale, ma riuscì a fuggire a Il Cairo, dove si
unì a un gruppo di esuli italiani e dove rimase fino al 1944, anno del
suo rientro in Italia. Collaboratore del "Politecnico", divenne in
seguito corrispondente giornalistico dai Balcani e dal Medio Oriente. Si
dedicò quindi alla letteratura, spaziando dalla poesia (
Quaderno dei
trent'anni, 1956;
L'avventuriero timido, 1959) alla narrativa che,
partendo da un'ispirazione di tipo storico-sociale, arricchì di episodi
direttamente legati alle proprie esperienze di vita. Tra i suoi lavori, nei
quali importante risulta l'analisi psicologica di fatti e personaggi,
ricordiamo:
La generazione che non perdona (1942);
La fortezza del
Kalimegdan (1956);
Calda come la colomba (1971);
Alessandra
(1974);
Le porte di ferro (1979);
L'albergo Minerva (1982);
Un
viaggio,
una vita (1984). Fu anche autore di libri di viaggio:
Tre
anni con Tito (1953);
Il sorriso dell'imperatrice (1958) (Torino 1917
- Roma 1986).